Il bypass spirituale: cos’è e come evitarlo


Ciò che può aiutarti spiritualmente, può anche farti male. La pratica spirituale, come qualsiasi altra cosa, può essere usata o abusata per la crescita personale. E l’abuso è ciò che viene chiamato anche come “bypass spirituale”, un meccanismo di difesa che ci induce ad evitare, piuttosto che risolvere, questioni emotive, ferite psicologiche o conti in sospeso con noi stessi.

Le insidie all’interno di un percorso spirituale sono molte più di quelle che tu possa immaginare e acquisirne consapevolezza è il primo passo che puoi fare per evitarle – o per uscirne, se stai affrontando proprio una di queste. 

Il bypass spirituale è una dinamica molto subdola, ai più sconosciuta, che molto spesso è sopravvalutata. 

Può apparire in diverse modalità, come ad esempio:  

  • Dire “tutto accade per una ragione“, invece di darsi lo spazio per sentire tutti i sentimenti che provi (per quanto sconvolgenti essi siano);
  • Identificarsi come un empatico e proiettare tutto il sovraccarico emotivo sull’altro piuttosto che tenere ciò che è venuto fuori per sé e imparare a lavorare con la propria sensibilità in modo costruttivo;
  • Intepretare l’ostilità di qualcuno nei propri confronti come “l’universo che ti insegna la tolleranza” invece di vederla per quello che è e porre un limite (per quanto scomodo possa essere);
  • Tornare a un mantra o a una meditazione in risposta a un innesco, invece di sedersi con l’emozione e indagare sulla sua origine;
  • Dedicare tutto il tuo tempo ad aiutare gli altri come un modo per lavorare su te stesso (ma non fare alcun lavoro effettivo su te stesso);


…E non solo. Il bypass spirituale può essere davvero un pendio scivoloso di cui anche tu devi essere consapevole e pronto a riconoscere. 

Discernere tra la tua pratica spirituale e le dinamiche di bypass spirituale ti potrà dare la possibilità di abbracciare qualsiasi disagio o dolore, e la fiducia che la guarigione è appena oltre la soglia del disagio e della paura.

In questo articolo quindi approfondiremo nel dettaglio le dinamiche del bypass spirituale e potrai comprendere:

  • Cosa significa questo termine e quali sono le sue origini
  • Gli effetti negativi che il bypass spirituale può provocarti a livello fisico, mentale, emotivo e relazionale
  • Alcune strategie e consigli per evitare che questa dinamica prenda il sopravvento su di te nel tuo percorso di evoluzione interiore. 

Cos’è il bypass spirituale? 

 

Il termine ‘Spiritual Bypassing’ o ‘Bypass Spirituale’ è stato coniato nei primi anni ’80 da John Welwood, uno psicoterapeuta transpersonale, all’interno della sua pubblicazione Toward a Psychology of Awakening.

Secondo Welwood, il bypass spirituale è “una tendenza ad usare metodi spirituali per evitare di affrontare problemi emotivi irrisolti, ferite emotive e obiettivi di sviluppo personale non completati”.

Come terapeuta e istruttore buddista, Welwood ha osservato che molte persone sulla via spirituale (proprio come lui) spesso utilizzano la spiritualità come uno scudo o un meccanismo di difesa. 

Invece di lavorare su di sé per affrontare sentimenti impegnativi o problemi irrisolti, integrando così la gli insegnamenti spirituali con la propria dimensione più concreta e terrena, si usa la spiritualità per rinchiudersi in una sorta di “mondo parallelo”, dove non vi è nessuna integrazione degli insegnamenti spirituali appresi.

Le tecniche vengono usate per evitare qualunque dinamica problematica, di conseguenza la persona vive in una sorta di dualità cristallizzata, dove il mondo spirituale e quello terreno non riescono ad incontrarsi…

E l’unica via di uscita è semplicemente rifugiarsi nel mondo spirituale rifiutando di affrontare le sfide della vita quotidiana. 

Anche se apparentemente questo può essere un mezzo per proteggersi dal male o per incoraggiare l’armonia tra gli individui, non risolve comunque la questione. Al contrario, non fa altro che sorvolare su un problema, lasciandolo senza una giusta risoluzione.

A lungo termine infatti il bypass spirituale può comportare diverse problematiche: affrontiamo insieme le più comuni nel prossimo paragrafo.

Gli effetti dannosi del bypass spirituale


Il bypass spirituale non è sempre pericoloso. Sicuramente in momenti di grande angoscia e sofferenza, può diventare un mezzo per alleviare temporaneamente l’ansia, il dolore o la frustrazione.

Ma come accennato prima, a lungo andare può diventare dannoso, soprattutto quando viene utilizzato come soluzione a lungo termine per non affrontare i problemi.

In questo caso, il bypass spirituale può avere diversi effetti negativi sul piano fisico, mentale, emozionale e relazionale, che vanno ad incidere sul proprio benessere individuale oltre che sulle relazioni che abbiamo con gli altri. 

Alcune delle possibili conseguenze negative comprendono:

* Sentimenti di stress e ansia
* Distacco dalla realtà e dal corpo
* Fanatismo nei confronti di leader spirituali o specifiche figure religiose
* Relazioni di codipendenza
* Mancanza di controllo delle proprie emozioni
* Negazione della responsabilità
* Tolleranza eccessiva di comportamenti impropri o inappropriati
* Narcisismo spirituale, dinamica che utilizza la spiritualità come mezzo per aumentare la propria autostima. 

Andiamo ora ad approfondire meglio questi aspetti, facendo focus su alcune dinamiche in cui potresti riconoscerti meglio. 

1) Ignorare o reprimere le emozioni difficili


I sentimenti negativi a volte possono davvero straziarci.
Il bypass spirituale può diventare quindi uno strumento di evitamento.

Le emozioni difficili vengono negate, represse, con una conseguente esaltazione di tutte le emozioni che sono invece considerate “positive”, come la gioia, la serenità, la positività. 

A causa di questo dualismo, la persona che utilizza il bypass spirituale può anche andare in contro a sensi di colpa, nel caso in cui si accorga di non riuscire a ignorare o reprimere emozioni difficili, come ad esempio la rabbia. 

Questa dinamica ovviamente si può riflettere anche sugli altri: chi usa il bypass spirituale per evitare emozioni interiori, spesso lo fa anche per evitare che le persone intorno a lei provino queste stesse emozioni. 

È probabile quindi che sentirà l’impulso di frenare le emozioni negative altrui, facendole focalizzare forzatamente solo sugli aspetti positivi o sulla “lezione” imparata. 

Apparentemente l’obiettivo sembra quello di aiutare la persona che in quel momento sta male, ma in realtà ad un livello più profondo chi utilizza il bypass spirituale applica questa dinamica soltanto per non far emergere emozioni negative che sarebbero scomode da affrontare. 

2)Ignorare o reprimere i propri pensieri


Così come per le emozioni,
il bypass spirituale può intervenire anche sulla nostra mente.
Spesso nel mondo della spiritualità la mente è vista come “nemico”, qualcosa da combattere e da non ascoltare perché ci impedisce di andare avanti nel nostro cammino di evoluzione.

In realtà la mente è fondamentale in quanto esseri umani, soprattutto per la nostra sopravvivenza: se non riuscissimo ad interpretare un pericolo ad esempio, verremmo uccisi molto facilmente. 

È importante quindi dare la giusta importanza ai propri pensieri, senza farci assorbire o identificare da essi ma senza nemmeno sopperirli completamente. 

Anche la dinamica del “pensiero positivo a tutti i costi” fa sempre parte degli effetti negativi del bypass spirituale. 

Se stai attraversando un momento particolarmente difficile o ti rendi conto di non aver superato un trauma, è inutile pensare positivo a tutti i costi, anzi!

Pensare positivo in modo così forzato in alcuni casi provoca proprio l’effetto contrario: invece di sentirti meglio ti senti peggio perché percepisci la discordanza tra “come dovresti sentirti” e “come invece ti senti davvero”. 

In questi casi c’è bisogno di un lavoro psicologico più approfondito per andare a risolvere determinati traumi o scardinare profonde convinzioni limitanti che agiscono a livello inconscio. 

3)Identificarsi con il Super-io Spirituale


Il bypass spirituale attiva un meccanismo di proiezione del
“Super-io Spirituale”. 

Cosa significa? 

Prova a pensarci: da bambini siamo stati condizionati a sentire che una “persona spirituale” è sempre gentile, compassionevole e santa. In età adulta, continuiamo a replicare questa storia a noi stessi e, purtroppo, può causarci enormi sofferenze.

Ecco che si attiva un pensiero estremista del “bianco o nero”, che rafforza la convinzione intrinseca che le persone spirituali non possano avere lati oscuri perché ciò le renderebbe “non spirituali”. 

Gli insegnamenti spirituali vengono cristallizzati in un’immagine idealizzata di sé che non rispecchia affatto la realtà. Invece di vivere pienamente chi si è veramente, si cerca di identificarsi con una proiezione ideale di sé.  

Questo tipo di bypass evita il proprio Sé Ombra (lato oscuro) compensando eccessivamente con l’apparenza di un aspetto dolce e pacifico. 

Il sacrificio di una parte di sé è un sintomo significativo del bypass.

Questo inoltre porta ad un’altra dinamica importante, ovvero la negazione della responsabilità.

L’idea che la persona ha di sé molto spesso non trova una coerenza nei fatti e nei comportamenti verso gli altri. Si ha una “spiritualità di facciata” che però viene a sgretolarsi quando incontra la dimensione reale: si dice una cosa ma in realtà ne si fa un’altra. 

Ci si comporta in un modo con gli altri, e si fa l’esatto opposto quando si è soli con se stessi. 

Un esempio molto comune è quando si applica gentilezza, tolleranza e compassione verso gli altri, e al tempo stesso una rigidità e durezza esagerate verso di sé. 

Invece che riconoscere questa contraddizione, viene utilizzato il bypass spirituale per evitare di assumersi la propria responsabilità dando la colpa a qualcosa di esterno. 

4)Giudicare gli altri


Anche questo aspetto è una conseguenza dell’identificazione con il Super-io spirituale, provocata dal bypass spirituale. 

Le nostre dinamiche interiori infatti si rispecchiano sempre nel rapporti che abbiamo nei confronti degli altri. La persona che applica il bypass spirituale su di sé lo applica anche sulle persone che la circondano, e un indizio molto chiaro che puoi prendere in considerazione è quanto e come giudichi chi ti sta vicino. 

Se pensi che l’altro non vada mai bene così com’è, perché dovrebbe comportarsi in un certo modo e rispecchiare certi canoni idealizzati nella tua testa, allora forse stai applicando le dinamiche del bypass spirituale. 

Anche giudicare altre persone per aver espresso emozioni difficili o una rabbia genuina, è una forma di bypass spirituale.

5)Giustificare la sofferenza

Un altro effetto negativo del bypass spirituale è utilizzare presunte pratiche spirituali per giustificare l’assenza di azioni. 

Alcune frasi che fungono da campanello di allarme possono essere: “è così per quella ragione”, “è come la natura/Dio ha pianificato”, o anche “è esattamente quello che è”. 

Questo ragionamento non permette di prendere alcun tipo di responsabilità per cambiare la situazione, dal momento che si pensa che sia causata da una volontà divina e quindi sia immutabile, per quanta sofferenza si possa provare.

6) Applicare l’attaccamento evitante

Quante volte, nel tuo percorso spirituale, hai avuto a che fare con la parola “attaccamento”?

Soprattutto nell’ambito buddhista, l’attaccamento alla sofferenza, così come ad un oggetto, un’emozione, una persona, un’idea, è visto come qualcosa di negativo perché non ci permette di evolvere. 

In questi casi però l’attaccamento è interpretato come il trattenere eccessivamente qualcosa.

In quanto esseri umani non possiamo, nemmeno biologicamente, pensare di poter essere distaccati da tutto: l’altro lato dell’attaccamento infatti è ciò che invece io chiamo “radicamento”, ovvero quella condizione di stabilità e sicurezza che ci permette di essere connessi con noi stessi e con gli altri. 

Ma per quelle persone che non hanno ricevuto questa sicurezza fin dai primi anni dell’infanzia, il bypass spirituale può agire in modo davvero subdolo.

Queste persone infatti hanno imparato a vivere senza amore e senza legami per una pura questione di sopravvivenza, senza rimarginare la ferita e, soprattutto, creando un’identità compensatoria distaccata dai legami e dalla vita stessa. 

Ecco che quindi il bypass spirituale entra in gioco con il cosiddetto “attaccamento evitante”, mascherato da “non attaccamento”: il distacco non è usato in funzione della propria evoluzione, bensì per colmare e non sentire il dolore che sta proprio sotto quella mancanza di legame, di relazione, che non è mai stata ricevuta e sperimentata.  

7)Negare o ignorare la realtà 


Per “negazione della realtà” si intende negare o ignorare ciò che sta accadendo a livello collettivo.

Un conto è spegnere tv e non ascoltare i telegiornali – che quelli si sa, portano soltanto malessere e ansia. Un altro però è vivere in completo distacco dal mondo, pur di preservare la propria “energia” e non venire toccati da ciò che di brutto sta accadendo intorno a noi.

Questo punto è davvero importante da comprendere, soprattutto perché in un percorso di spiritualità dobbiamo diventare non isolati bensì interconnessi, e impegnati nel sociale a modo nostro. 

Qualsiasi leader spirituale di un certo livello si è sempre battuto per le ingiustizie, per i soprusi, andando faccia a faccia contro il male che in quel momento si stava manifestando nella realtà.

Ma questo può accadere soltanto se conosciamo e integriamo il “male” che c’è anche dentro di noi. Se non veniamo a contatto con esso, non possiamo pensare nemmeno di incontrarlo fuori (e risolverlo).

8)Distaccarsi dal corpo


Il corpo è la sede delle emozioni, e se queste sono troppo forti e dolorose si crea in automatico una distanza dal proprio sentire. 

Per questo motivo, un altro effetto negativo del bypass spirituale è proprio quello di attuare una sorta di distacco dal corpo fisico. Nella peggiore delle ipotesi questo distacco diventa vero e proprio tentativo di “trascendenza”, con la convinzione che il corpo sia prigione dell’anima, sede del peccato e dell’impurità.

Ecco che quindi bisogni fisiologici come la fame, il sesso, il sonno, diventono peccati da dover superare in nome della purezza dello spirito. 

Si nega un’importante parte di sé, quella fisica, con tecniche quali digiuni, astinenza e pratiche ascetiche per evitare quanto più possibile il contatto con il proprio corpo. 

Come evitare il bypass spirituale: i rimedi


Non possiamo scegliere i sentimenti che incontriamo. La vita non può soltanto essere grandi idee, sentimenti ed emozioni. 

Per poter passare attraverso gli alti, dobbiamo anche soffrire i bassi della nostra vita.

Per evitare quindi di applicare le dinamiche del bypass spirituale, puoi seguire alcuni di questi consigli che ti condivido qui di seguito:

  • Evita di etichettare i sentimenti come cattivi o buoni. Se senti emergere alcune emozioni scomode dentro di te, considerale semplicemente una funzione. Nessuna emozione è giusta o sbagliata, e tutti gli stati emotivi sono momentanei. Nel momento in cui li accogli, lasci compiere la loro naturale curva fisiologica e noterai che, come arrivano, se ne andranno molto più facilmente di prima.

  • Allo stesso tempo, così come ti consiglio di accettare e accogliere le tue emozioni, prova a fare lo stesso con gli altri: non giudicarli per questo, non cercare di sopprimere ciò che provano ma crea uno spazio per loro e far sì che si sentano al sicuro nel potersi esprimere liberamente.
  • Ricorda che le sensazioni di disagio sono spesso un’indicazione che c’è qualcosa di sbagliato e che qualcosa dovrebbe cambiare.

  • Se cerchi sempre di evitare situazioni di conflitto o sensazioni di angoscia e sofferenza, non potrai evolvere. Guarda queste sensazioni come un’opportunità di trasformazione invece che come un peso da evitare.

  • Prima di lavorare sul non-attaccamento, assicurati di aver fatto piena esperienza dell’attaccamento umano. Non si può lasciar andare qualcosa che già non si possiede.

  • lavora su di te per integrare il corpo nel tuo percorso spirituale: meditazioni psicosomatiche, pratiche di grounding e contatto con la Terra, che ti possano aiutare a rimanere connesso e ancorato al tuo sentire. In questo modo il tuo corpo diventerà non più una prigione dalla quale uscire ma un tempio, del quale onorare i suoi bisogni soddisfacendoli in maniera adeguata e ponderata.


Concludo dicendo che applicare la
compassione e la gentilezza su di sé è fondamentale

Crescere ed evolvere spiritualmente e personalmente è un processo, ed è facile cadere nelle vecchie abitudini, in particolare quando si cerca di affrontare qualcosa di impegnativo. 

La spiritualità potrebbe essere una forza decisamente positiva nella tua vita, e molte pratiche possono essere eccezionali strumenti che ti aiuteranno a gestire l’ansia, le emozioni difficili, affrontare le tue ombre e integrare ciò che hai appreso nel tuo presente. 

Evitando consapevolmente il bypass spirituale, puoi fare della spiritualità una via di guarigione che può permetterti di vivere in modo più armonioso e soddisfacente, migliorando il tuo rapporto con te stesso e con gli altri.

Condividi l’articolo se ti è piaciuto, o se pensi che possa essere di aiuto a qualcuno che conosci!